Martedì 16 novembre, alle ore 20.45, al Teatro Carignano il Teatro Stabile di Torino in collaborazione con la Città di Asti presenta in prima nazionale FILIPPO di Vittorio Alfieri, con Valerio Binasco (Filippo), Sara Bertelà (Isabella), Edoardo Ribatto (Don Carlos), Michele Di Mauro (Gomez), Fabrizio Contri (Leonardo), Lorenzo Bartoli (Perez) per la regia di Valerio Binasco. Lo spettacolo inaugura ufficialmente la Stagione 2010/2011 del Teatro Stabile di Torino e sarà replicato al Carignano fino al 28 novembre 2010.
Vittorio Alfieri scrisse Filippo all’indomani della messa in scena della sua prima tragedia, Cleopatra, lavorando al testo dal 1775 fino al 1781. Insofferente per carattere alle costrizioni, artefice del mito dell’intellettuale che si erge come baluardo contro qualsiasi forza che limiti o impedisca la liberta dell’uomo, lo scrittore pone la riflessione sulla tirannide al centro del proprio pensiero politico e poetico. Filippo è il primo tiranno dominato dalla sete di potere, dilaniato dalla solitudine che lo circonda, vittima della passione per il potere. In Alfieri la severità del verso si accompagna alla severità etica dei personaggi. E per la prima volta con la figura di Don Carlos emerge il profondo credo politico dell’autore, che non si fonda su un anelito libertario, ma sul sentimento della morte, inteso come unica possibile via d’uscita per l’eroe. La morte non e sublimata come nella tradizione classicista francese, ma è repentina e drammatica. Poco frequenti sulle nostre scene, le tragedie di Alfieri mantengono intatte potenza e grandiosità del verso poetico.
Le ragioni di questa scelta sono rintracciabili nelle parole del regista Valerio Binasco: «Filippo è un monarca degenerato in tiranno. Io non so nulla di monarchia, e dovrò fare affidamento all’immaginazione. Psicologica e anche favolistica. Ma ad Alfieri non importa nulla dei temi monarchici. Usa la favola tragica come travestimento per una ancor più terribile favola psicologica, che sta dentro ai rapporti famigliari. Alfieri, come anche i tragici greci, vede l’inferno dentro a questi rapporti. Che cos’ha di assoluto il potere paterno? Un padre, senza neppure metterci troppo impegno, può divenire monarca e tiranno nella vita dei figli. Un figlio, può diventare uno schiavo del padre e restarlo per tutta la vita, anche da vecchio. Anche da orfano. Questa storia è la storia di persone incapaci di ribellarsi al potere dei padri».
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, è realizzato in collaborazione con la Città di Asti che lo ospiterà al Teatro Alfieri per celebrare i 150 anni dall’inaugurazione del teatro stesso (avvenuta il 6 ottobre 1860).
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